giovedì 6 febbraio 2014

Clandestino

Maledetta porta, non si apre. La chiave è troppo piccola, forse troppo grande. Ah ecco, gira. Ma non scorre, c'è qualcosa che la blocca sotto.
Questo condominio è molto affollato, la gente non chiude la porta di casa. E parlano tutti. Sarà questo il posto per me? Che ci faccio in questo quartiere?
Poi arriva lei.
Non è perfetta, non so se mi piace. Ha un viso un po' paffuto per i miei gusti, però è magra. Ha uno sguardo sensuale e sembra sfiorarmi l'anima con il suo sorriso. La guardo negli occhi insistentemente, senza dire niente, come fanno i codardi che non hanno il coraggio di prendere iniziativa. Spero in una sua reazione e lei si avvicina, è stesa, io seduto. Mi parla all'orecchio, scherziamo, ridiamo. Arrivano altre persone, quasi non la vedo più, la sto perdendo di vista. Ah no, ecco. Mi bacia per salutarmi.
Non è perfetta, ma mi piace. Cammina ed è sexy, mi guarda ed è sexy. Mi sembra impossibile fermare il suo sguardo comprensivo e perspicace. Deve andare. 
Mi saluta come se ci dovessimo rivedere tra non molto.
Che peso dare alla speranza affinché non diventi illusione, ma senza rinunciare alla felicità?

Tuco

mercoledì 5 febbraio 2014

Vado

Mi preparo a partire. Mi preparo a vivere di nuovi odori e nuovi colori. Convivere con nuove paure e meno certezze, giorno dopo giorno, autobus dopo autobus alla ricerca di nuove emozioni, chissà ispirazioni. Buffo cercare certezze in viaggi senza terra sotto i piedi, ma spesso bisogna allontanarsi dal proprio mondo per avere una visuale migliore. Vado, alla ricerca di quel vento fresco in faccia che riesci a ignorare mentre ammiri quello che ti circonda, spero in un sole che puoi sopportare immaginando dove stai andando. I miei tanti io brindano ai nuovi incontri, ai futuri scambi, alle storie che già si disegnano e colorano in un presente sempre più grigio.

Tuco

giovedì 7 marzo 2013

Voi, innamorati dei vostri carnefici

Ora, non mi interessa entrare nei meriti politici, nei singoli soggetti, nelle illusioni, i complottismi, i freddi dati.
Ma nessuno mi ha ancora spiegato perché riponete la vostra fiducia nei due sistemi (destra e sinistra) che negli ultimi 20 anni hanno governato per metà del tempo, portandoci nella situazione in cui ci troviamo ora. Soprattutto perché scimmiottate i loro figuranti nella sterile dialettica, aggredite gli avversari, li ridicolizzate, vi schierate quando qualcuno segna un punto e ne tacete i lati oscuri.
Mi dovete spiegare perché è più semplice accettare le evidenti deficienze di anni di indifferenza verso i veri problemi del Paese, piuttosto che dare fiducia a un cambiamento, un nuovo modo di vedere le cose, arrischiandovi in funambolici paragoni storici, che peraltro conoscete solo superficialmente, o andando alla ricerca dell'episodiuccio, ridicolizzato con eccessiva supponenza, soprattutto da voi che non fate parte del sistema.
Come spiegate il bisogno di appartenenza a qualcosa che non è mai chiaro, qualcosa che ha ombre, ma non si nasconde! Discutete dei singoli e non riflettete sul sistema: ma non vedete il loro sguardo alla Luigi XVI dalla finestra di Versailles.
Vorrei che mi faceste capire cosa vi spinge a offendere i vostri simili, in simili condizioni di conoscenza, in difesa di coloro che hanno causato male ai vostri simili, cosa vi affascina dei vostri rapitori.
I miei perché mi angosciano: posso capire che loro si difendano a tutti i costi, utilizzino tutti i mezzi a disposizione (compresi i media, però qui non vi azzardate a scavare nel passato), ma voi, cosa vi convince ad accettare questa sindrome di Stoccolma?

Tuco

I limiti

Lasciate che le persone vi trattìno da stupidi, evidenzieranno tutti i loro limiti.

Tuco

lunedì 4 marzo 2013

La Guerra dei Silenzi

Eccoci. Ci facciamo la guerra per difendere la nostra verità. Funziona così l'istinto di sopravvivenza della razza umana. Distruggiamo ciò che è diverso, perché è meno dispendioso che cambiare la nostra verità. 
Ho letto da qualche parte che bisognerebbe rimanere da soli per un po' di tempo, ogni giorno. Ma non lo facciamo mai, il silenzio ci urla, ci scaglia fango. Ci sdoppiamo e inizia la lotta dei due Io. Due se ci va bene. 
Allora accendiamo la TV, la ascoltiamo passivamente oppure teniamo lo sguardo incollato su facebook, premendo compulsivamente il tasto home, alla ricerca di qualcosa di nuovo. Qualcosa che ci occupi il tempo, ma soprattutto la mente. Siamo diventati delle specie di sanguisughe delle informazioni, ci nutriamo continuamente di dati, guardiamo foto, scrutiamo tag, clicchiamo link. Tutto per trarre delle conclusioni e catalogare gente, fatti e situazioni. 
Lo spionaggio diventa una forma di intrattenimento, evitiamo di muovere il culo per andare a vedere come sta una persona, possiamo vederlo su facebook. Ok, il solito cazzone, sabato si è sparato tre cocktail in discoteca. Sta bene, bella vita. Questo lo rimuovo, ha rotto il cazzo con i suoi post contro il mondo intero. Cosa vuoi che freghi alla gente dei suoi problemi. E questa zoccola? Ma non lo molla mai il bicchiere?! Rimuovi.
Credo che qualcuno farebbe bene ad inventare un chip che permetta di collegare il cervello a facebook, così quando rimuovi qualcuno dagli amici, lo rimuovi anche dal cervello. Qualcuno lo fa già, ma senza chip non so con quanto successo. In ogni caso è un'idea milionaria, credo.
Forse esiste già questo chip, forse è il primo chip immaginario di collegamento con la realtà. Voglio dire, a chi non è capitato di pensare "...vado in questo posto... sai che figata pubblicare le foto su facebook!". Credo sia la prima volta che il virtuale controlla il reale. Poi l'insieme dei virtuali modifica le realtà. Devi stare attento a quello che scrivi, a quello che pubblichi, a chi aggiungi, a cosa commenti. Quello che dici e fai, quando non sei al computer, qualcuno potrebbe pensare che non sei esattamente quello che fai credere di essere. Siamo tutti rockers, ma andiamo all'università e la mattina mettiamo la camicia, ma la sera Sex On the Beach e Marijuana.
Ma se pensate che il problema sia il web e le tecnologie, vi sbagliate. Sono solo il perfezionamento delle nostre necessità. Mark era solo un paranoico, come noi tutti, chi più chi meno. 
Tutto questo solo per difendere noi stessi da noi stessi.

Tuco